Archivio mensile Giugno 2021

DiNorme Italia

INDICAZIONI PER LA PREVENZIONE E GESTIONE DEGLI AMBIENTI INDOOR IN RELAZIONE ALLA TRASMISSIONE DELL’INFEZIONE DA VIRUS SARS-COV-2.

Un aspetto rilevante per ridurre la diffusione del virus SARS-CoV-2 e delle sue varianti è sicuramente l’attenzione alla qualità dell’aria indoor. Migliorare la qualità dell’aria indoor è sempre stato un vero punto di forza per promuovere e salvaguardare la salute dei cittadini e in questo momento lo è ancora di più, considerando che si trascorre più tempo negli ambienti chiusi, in particolare nelle proprie abitazioni, anche se si tende a ritornare a condizioni di più attiva normalità.

Importanti strumenti per applicare i protocolli necessari sono riscontrabili  nei  Rapporti dell’Istituto Superiore di Sanità ( ISS) https://www.iss.it/rapporti-covid-19 , che forniscono  appunto una serie di raccomandazioni da seguire sia negli ambienti domestici che lavorativi per mantenere un buon livello di qualità dell’aria indoor in relazione al contenimento del rischio di contagio da COVID-19.

In particolare Il nuovo rapporto (Rapporto ISS COVID-19 – n. 11/2021), dal titolo “Indicazioni ad interim per la prevenzione e gestione degli ambienti indoor in relazione alla trasmissione dell’infezione da virus SARS-CoV-2. Aggiornamento del Rapporto ISS COVID-19 n. 5/2020 Rev. 2.”, ricorda che gli studi effettuati su ambienti pubblici indoor di diverse tipologie, particolarmente affollati, non adeguatamente ventilati “e con persone infette che non indossavano mascherine per tutta la durata di permanenza, hanno dimostrato che il rischio di esposizione a SARS-CoV-2 è molto più elevato rispetto agli ambienti outdoor, dove la diluizione delle eventuali particelle virali consente una forte riduzione del rischio”. A distanza da una persona infetta, “in uno spazio chiuso e non aerato, a distanza breve/ravvicinata o anche a lungo raggio, si accumula una maggiore carica virale trasportata dalle goccioline e aerosol rilasciate dal soggetto infetto”.

Tra le altre cosi si sottolinea che i ricambi dell’aria possono essere migliorati “utilizzando quanto più possibile le aperture delle finestre e dei balconi, questo rappresenta tra i molti modi, il più semplice per implementare sin da subito l’ingresso di un flusso ‘d’aria esterna’ regolare, intermittente o incrociato e assicurare la diluizione/riduzione degli inquinanti di diversa natura prodotti all’interno, comprese le eventuali unità virali presenti”.

Il Rapporto sottolinea poi che ancora oggi “molte persone ignorano la necessità fondamentale dei ricambi dell’aria perché considerano predominante il comfort termico, o l’aspetto energetico nel tentativo di non ‘sprecare’ o ridurre i consumi energetici e i costi associati, specialmente nelle giornate in cui le condizioni meteo sono caratterizzate da temperature basse o alte. Con queste condizioni climatiche si tende a rimanere per più tempo al chiuso con finestre e balconi mantenuti chiusi o comunque poco aperti e per tempi ridotti, e/o si utilizzano sistemi di condizionamento/raffrescamento che ricircolano sempre la stessa aria, senza scambio con l’esterno”.

Dunque c’è la necessità di “effettuare un’attività di formazione/informazione sull’importanza della qualità dell’aria indoor, e sullo stretto rapporto esistente tra ambiente indoor e salute, con l’obiettivo di promuovere e facilitare azioni di riduzione dell’esposizione, esplicitando in modo chiaro il ruolo svolto dai ricambi dell’aria attraverso le aperture di finestre e balconi e con sistemi meccanici”.

Chiaramente l’ottimizzazione dei ricambi dell’aria e della ventilazione “è solo una delle azioni da intraprendere, e da sola incide parzialmente nel ridurre il rischio di contaminazione e trasmissione del virus delle sue varianti, se non vengono rispettate tutte le altre azioni personali di prevenzione e riduzione del rischio, e in primis, il distanziamento fisico, l’uso delle mascherine (controllo alla sorgente), il lavaggio delle mani, l’etichetta respiratoria per la tosse e gli starnuti così come dalle disposizioni in vigore”.

In questo senso la riduzione del rischio di contaminazione e diffusione “si basa proprio sull’attuazione integrata e organica di queste misure personali e collettive, che rimangono tuttora le più efficaci. Nessuna singola misura può ridurre da sola il rischio. A questo proposito è necessario ricordare che la generale strategia di prevenzione deve continuare ad essere applicata anche in questo periodo in cui parte della popolazione è stata vaccinata”.

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